Venerdì, 28 Giugno 2019 - 11:11

“Sblocca Cantieri”; il Governo getta fumo negli occhi ai siciliani. Poche risorse e nessuno sblocco di opere

Le speranze per il Sud Italia di vedere sbloccata una miriade di cantieri grazie al tanto sbandierato   decreto “Sblocca Cantieri” sono tutte vanificate non solo per il non corretto utilizzo delle risorse ma soprattutto per la mancata riapertura dei cantieri bloccati che avrebbero sicuramente contribuito a coprire il grave gap infrastrutturale del Mezzogiorno d’Italia.

La conferma arriva dall’analisi della tabella riportata dal MEF in riferimento alle grandi opere da completare. E’ palese la sproporzione tra le regioni del Nord e quelle del Sud anche riguardo alla ripartizione delle risorse. In Sicilia, ad esempio, sono previste poche opere, peraltro tutte da realizzare e nessuna traccia di procedure di sblocco. Ci sono strade e autostrade incompiute e bloccate (vedi la Sr-Gela) opere idrogeologiche giacenti; interventi per dissesto idrogeologico fermi da anni, ecc. Invece, come si evince dalla mappa, in Sicilia lo “Sblocca Cantieri” prevede l’autostrada Ragusa-Catania, che sono certo non sarà mai realizzata, stessa sorte per la strada statale 640 Strada degli Scrittori, nota impropriamente anche come scorrimento veloce Agrigento-Caltanissetta. Ma la chicca di questa mappa è la TAV Messina-Catania.-Palermo: Tav, termine usato molto a Nord che con facilità viene affibbiato alla Sicilia per un intervento che riguarderà, semmai sarà fatto, solo il potenziamento di quella tratta ferroviaria.

Lo sappiamo che in Italia si viaggia a ritmi differenti: i convogli, nel Settentrione, arrivano a rompere il muro dei 300 chilometri orari, mentre attualmente, nell’Isola, la media dei nostri “rottami” è di 90 km/h. Invece di risolvere questo grave problema il Governo decide di fare la TAV. Fumo negli occhi dei Siciliani!

Per la Sicilia previste solo grandi opere che non saranno mai realizzate.

L’ennesima inaccettabile umiliazione e mortificazione; per questi motivi ho chiesto al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Economia e dei Trasporti di rivedere l’evidente sproporzione allargando la mappa ai tantissimi interventi fermi al sud per svariati motivi: economici, burocratici, amministrativi e procedere, nel contempo alla ripartizione dei fondi in maniera più equa eliminando le palesi disparità territoriali. Da Roma in su sono tantissimi gli interventi che riguardano strade, autostrade, aeroporti e ferrovie pur essendo il Sud ed in particolare la Sicilia in grave deficienza infrastrutturale, fatto che le fa pagare il prezzo più alto limitandone la crescita economia e lo sviluppo.

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